L’esperienza
ceramica di Aligi Sassu non termina negli anni Cinquanta e non
si esaurisce ad Albissola: risale infatti agli anni Novanta un
lavoro grandioso e monumentale, I miti del Mediterraneo.
Si era
deciso di ornare con un grande murale il salone per banchetti
all'ultimo piano del nuovo palazzo del Parlamento europeo, il
Palazzo d'Europa a Bruxelles, progettato dagli architetti Michel
Bouquillon, Jean Van Pottelsberghe de La Potterie, Guy Maes.
Nel
1991 il presidente dell' Assemblea, che era il deputato spagnolo
Enrique Baron Crespo, onora Sassu di tale importante
commissione.
II
maestro si trova così a dover impregnare dei suoi colori e
della sua arte uno spazio semicircolare di centocinquanta metri
quadri, ventitré metri di larghezza per dieci metri di altezza,
un lavoro titanico per qualsiasi artista, tanto più per uno
ormai alla soglia degli ottant'anni.
Gli
fu lasciata piena liberta per la scelta del tema: bisognava pero
trovare un soggetto che accomunasse tutti i Paesi aderenti
all'Unione, che sottolineasse come popoli diversi fossero in
realtà fratelli. Penso così ai miti che circondano l'Europa,
ai miti del Mediterraneo.
Troviamo
la descrizione della tematica e del!' opera proprio nelle parole
del maestro: "Europa rapita da Giove in forma di toro e al
centro del murale in ceramica, immagine di una realtà in
divenire, sovrastata dal gruppo dei cavalli del sole, guidati da
Apollo, il dio della luce e della bellezza che cavalca verso I'avvenire.
Nella
fascia di base, il mare divide il Ratto d'Europa in due parti, i
motivi principali dell'intelligenza e della forza, col centauro
Chirone che lotta con il cervo, immagine della forza bruta, così
ben delineato nel poema di D'Annunzio. I Dioscuri, Castore e
Polluce, fratelli gemelli, immagine della fraternità europea,
simbolo di una realtà concreta, di una società in divenire,
mentre uomini e pastori e fanciulle stupiscono nella visione
degli dei e di Europa sul toro.
Nella
parte destra, Arianna dorme abbandonata, in attesa del dio
Bacco, immagine della vita, che gode dei frutti della terra, del
lavoro, dell 'amore, con Venere genetrix.
Gli
Argonauti con Ercole chiudono a destra il murale: gli uomini,
gli europei alla scoperta del vello d'oro, sono il simbolo
dell'avventura e della realtà di un impegno totale della società
europea contemporanea".
Anche
la scelta della tecnica e del materiale fu lasciata all'artista.
Sassu
rinuncia all'affresco in favore della ceramica, non solo perché
si sposava benissimo col vetro e col ferro del nuovo palazzo, ma
soprattutto perché la sua opera doveva durare nel tempo e il
gress ha II vantaggio di non alterarsi e di resistere alle
intemperie. II risultato e la resistenza sono garantite inoltre
dalla tecnica, dalla scelta degli smalti e dalle fasi di
cottura.
Una volta
scelti soggetto e materiale, si dedica a studi, disegni e
abbozzi, oltre sessanta a colori e in bianco e nero. Alla fine
del 1991 ottiene I'approvazione.
L’artista
prepara quindi i cartoni, dipinge sui lucidi le scene immaginate
e all'inizio del 1992 può cominciare iI lavoro nella fabbrica
di ceramiche Sassolgrande del gruppo Rondine a Scandiano, a una
quindicina di chilometri da Reggio Emilia.
Ho avuto
la fortuna di vivere quest'esperienza al fianco
del maestro, quando dipingeva una ad una quelle
cinquecentottantatré piastrelle di ceramica di
cinquanta per cinquanta centimetri.
Naturalmente
ha realizzato I'opera senza bisogno di aiutanti; io documentavo
I'esecuzione Con filmati e fotografie e mi occupavo della parte
organizzativa del lavoro, in modo da facilitare il
finale posizionamento delle plastrelle.
Sono stati
sei mesi di grande impegno, sei giorni alla settimana, dal lunedì
al sabato a lavorare sulle piastrelle: dopo una prima
monocottura, Sassu le dipingeva con smalti ceramici e le posava
in un forno a tunnel, alla temperatura di milleduecento gradi
centigradi.
Ad opera
conclusa le piastrelle furono spedite ed assemblate una ad una
su un traliccio metallico in alluminio sulla parete
semicircolare.
II 12
ottobre 1993, giorno dell'inaugurazione, Sassu poteva ritenersi
estremamente soddisfatto: ricordava infatti Come la sua impresa
non avesse precedenti nella storia dell' arte, Picasso lavorava
ceramica di piccole dimensioni, Miro faceva invece realizzare i
suoi bozzetti da un ceramista di fiducia. Quel
grande murale, poi, lo aveva saputo riportare indietro di
quarant' anni, al periodo fertile e felice di,Albissola.
Ma e
il maestro stesso a ricordare le difficoltà, le prove e lo
studio che hanno portato a un simile risultato:" Un'opera
così grande
presenta in ogni momento del le apprensioni. Tra le più tese è
stata quella del procedimento alla cottura della ceramica. I
rischi erano quelli della rottura e dei colori alterati".
II risultato e a volte imprevedibile, i colori usati devono
essere diversi da quelli che si desiderano ottenere, dal momento
che il fuoco altera e modifica i colori.
Sassu aveva gia lavorato ad Albissola, pertanto sapeva
bene a cosa andava incontro scegliendo di realizzare un'opera in
ceramica. Ma ora il modo di cottura era un altro e i colori
erano diversi nelle componenti chimiche da quelli da lui gia
sperimentati.
Una dozzina di piastrelle, all'inizio, si ruppero.
Sassu le rifece e tutte le volte al momento del torno stava a
controllare, ad esaminare.
Neanche quelle che uscivano intatte erano prive di
sorprese, sono state necessarie diverse prove perché un artista
del colore come Sassu non si accontenta finchè non ottiene il
tono perfetto.
Un desiderio del maestro di conoscere e dominare una
materia da utilizzare per esprimere appieno la sua arte.
Carlos Julio Sassu Suarez
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